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Casa/lavoro lavoro/casa: ecco com’è la vita di un home worker

Casa/lavoro lavoro/casa: ecco com’è la vita di un home worker

Come da tradizione, #salottino riparte ogni anno da casa Admiral.

Stesso giorno di sempre: #lunedì

Stesse regole di sempre: un argomento scelto da voi #salottiniani

Gli argomenti al voto questo mese:

  • Casa/lavoro, lavoro/casa: come creare un adeguato spazio di lavoro in casa (16 voti)
  • Com’è cambiata la comunicazione: dalla carta patinata al digitale patinato (10 voti)
  • Le foto non saranno mai più vintage. Dagli album di carta agli album su Facebook (2 voti)

 

sondaggio gennaio 2016

I salottiniani della serata:

Gessyca: Commercialista
Valeria: Studentessa in scienze della comunicazione
Francesca: Studentessa in scienze della formazione
Elisa: Architetto e insegnante
Alessandro: Insegnante e istruttore di calcio
Thomas: Si occupa di web marketing. Nel tempo libero guida turistica
Carlo: Fotografo e professore di fotografia
Manuele: Consulente e designer di prodotti digitali
Elena: Email designer e direttrice di un coworking con Manuele
Daniela: Consulente agli investimenti
Claudia: Si occupa di gare d’appalto e finanza agevolata per organizzazioni no profit
Andrea: Ingegnere libero professionista
Maurizio: Si occupa di progetti web e siti internet
Nicole: Si occupa di comunicazione visiva e produzione video
Licia: In cerca della sua identità
Giacomo: Lavora in una software house come dipendente.

 

Lavorare da casa

lavorare da casa

Sono tre i salottiniani che al momento esercitano in tutta tranquillità (e spesso in pigiama) la loro professione da casa: Claudia, Thomas e Maurizio.

Thomas ci parla della sua esperienza: dopo aver lavorato per 10 anni in un ufficio open space con altre 40 persone, ha optato per una vita da freelance nella propria mansarda.

 

“Il passaggio è stato traumatico. Per un primo periodo mi sono comportato come i vecchi che guardano i cantieri con le mani conserte dietro la schiena, solo che io anziché gli operai all’opera fissavo, dalla mia mansarda, le poche macchine che passavano in strada.” Thomas

 

Ma, comunque, tutti e tre i nostri home workers ammettono che, una volta presa l’abitudine di essere soli, non è affatto male lavorare da casa. Grazie a questa scelta si è più liberi di gestire il proprio tempo: nessuno ti guarda male per quella pausa caffè in più, si è liberi di rimandare la sveglia di un’ora quando il sonno la fa da padrone e si può fissare l’appuntamento dal medico al martedì pomeriggio, recuperando le ore perse il sabato o la domenica.

Elisa

Interviene Elisa raccontando a tutti la sua breve esperienza da “architetto casalingo”: anche a lei piacevano tutte le libertà che l’essere un home worker ti offre, ma ha sempre avvertito lo stare in casa come un isolamento privo di ispirazione.

Claudia ammette che, se a lei il lavoro da casa non sta stretto e potrebbe tranquillamente continuare a farlo per tutta la vita, è anche perché il suo mestiere la obbliga ad uscire spesso di casa per incontrare i clienti.

Le idee riguardo all’argomento della serata sono, insomma, molto divergenti: c’è chi è estremamente entusiasta del proprio lavoro a casa, c’è chi preferisce frequentare nuovi ambienti collettivi come i cowork, c’è chi non rinuncerebbe per nulla al mondo al proprio ufficio e c’è anche chi ammette che l’idea di lavorare da casa non gli dispiacerebbe ma, essendo malato dell’ordine, finirebbe per fare tutte le faccende domestiche trascurando del tutto i propri doveri professionali.

Essere un home worker: positivo o negativo?

A noi di #salottino piace capire fino in fondo ogni argomento che affrontiamo, quindi abbiamo provato a elencare tutti insieme quali possono essere gli elementi positivi e quali quelli negativi del lavorare da casa propria.

12640493_10208100522852073_564905832131232962_oTra i pro abbiamo messo:

  • Nessuno mi rompe: non c’è niente di più bello che lavorare in santa pace, come vuoi e quando vuoi
  • Non pago l’affitto: Avere un ufficio ha dei costi quindi avere il proprio ufficio in casa è un’ottimo modo per risparmiare
  • Scarico il 25% di luce e gas: Oltre a non pagare l’affitto, in questo modo si può risparmiare ancora di più scaricando parte delle proprie bollette di casa
  • Risparmio sul vestiario: Quando pigiama e vestaglia diventano il tuo dress code, puoi permetterti di comprare meno vestiti adatti all’ufficio (che magari non porteresti mai nei momenti extra lavorativi) e di perdere meno tempo davanti all’armadio la mattina
  • Puoi dormire di più: Se non devi gestire figli, familiari e animali, con questa scelta lavorativa diventi davvero padrone di te stesso e del tuo tempo. Abbandonare il letto per gli home worker non è un trauma, se non si sentono pronti per uscire da sotto le coperte possono scegliere di rimanerci ancora un po’!
  • Se sei malato sei già a casa: Affrontare la malattia da lavoratore casalingo diventa molto diverso. Non si ha bisogno di prendere giorni di malattia né di fare il sacrificio di uscire di casa quando la propria salute è labile, ma si può tranquillamente portare avanti il proprio lavoro dal divano, sorseggiando un Tachiflù.

 

Tra i contro abbiamo, invece, messo:

  • Lavorare in pigiama: nonostante la sua estrema comodità, cambiare l’abito spesso influisce positivamente sul proprio umore e sulla propria disposizione verso ciò che si sta facendo. I clienti lo noteranno sicuramente!
  • Rischi di perderti nelle faccende domestiche: come già detto, se si è persone precise e ordinate, non si potrà mai lavorare sapendo che nell’altra stanza c’è una lavatrice da stendere e qualche piatto da lavare!
  • Non condividi e non ti confronti: spesso lavorare da casa limita le tue interazioni con gli altri e questo fa sì che tu rimanga chiuso nel tuo spazio, isolato dalle altre persone e dai loro input . Stare a contatto con gli altri spesso è motivo di arricchimento e ispirazione
  • Se sei incazzato rimani incazzato: il confronto con gli altri, oltre ad arricchire, ti permette di migliorare il tuo umore e vedere da una prospettiva diversa la situazione che tanto ti aveva turbato
  • In casa è difficile ricevere clienti: se anche si dispone di uno spazio totalmente dedicato al proprio lavoro, spesso risulta difficile, e quasi imbarazzante, accogliere clienti in casa. Questo perché ogni persona preferirebbe mantenere separate la propria vita professionale da quella privata.

 

Sia gli aspetti negativi che quelli positivi elencati sono numerosi e validi, quindi ora spetta solo a te decidere se intraprendere o meno una carriera da home worker!

Creare un ambiente lavorativo a casa

creareSe l’idea di intraprendere la carriera di home worker ti affascina, ma non sai come organizzare il tuo ambiente domestico per renderlo adatto allo svolgimento del tuo lavoro, noi di #salottino ti proponiamo qualche semplice consiglio:

  • Libera un tavolo o una scrivania per renderla totalmente a tua disposizione.
  • Procurati una sedia/poltrona comoda. Può sembrare una banalità ma diventa estremamente importante quando si inizia a passare lì seduti gran parte delle proprie giornate.
  • Fa in modo che l’ambiente prescelto per l’esercizio del tuo lavoro sia appartato e il più possibile isolato dal resto della casa. Questo risulta fondamentale per riuscire a dividere mentalmente il lavoro dalla vita privata.
  • Se possibile, crea un ingresso indipendente per i clienti. Questo punto è sicuramente il più difficile da realizzare e non tutte le realtà domestiche lo permettono, ma nel caso fosse possibile sarebbe un’ottima soluzione per toglierti dall’imbarazzo di fare entrare i clienti in casa propria.

Ti ricordiamo, infine, che se essere un free lance ti piace, odi gli uffici per il troppo rumore e gli orari rigidi, ma organizzare il tuo lavoro a casa risulta troppo difficile, oggi esistono i cowork: nuovi spazi adibiti allo svolgimento del proprio lavoro, in cui è possibile avere un confronto continuo con altri professionisti.

 

 

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